02 dicemnre 2010 Oggi Treviso.
Il Consiglio di Stato ha dato ragione ai comuni fermando le ditte
SAN SENONE - Il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune di San Zenone, respingendo la richiesta delle ditte che proponevano un impianto di cogenerazione nell’area a confine tra Borso del Grappa e San Zenone.
Ora si può procedere con la promozione del Patto per la salvaguardia del territorio del Massiccio del Grappa. La notizia arriva direttamente dal Consiglio di Stato a cui quattro ditte proponenti un impianto di cogenerazione a biomasse si erano rivolte alla fine di ottobre perché fosse annullata la sospensiva concessa dal Tar del Veneto su richiesta dell’amministrazione comunale di San Zenone.
Ciò significa che l’impianto di biomasse da 13 milioni di Kwh che le 4 ditte avevano proposto fosse realizzato a sud del Comune di Borso, a pochi metri dal confine col territorio di San Zenone e l’Oasi naturalistica San Daniele e vicino al territorio di Mussolente (Vi), non vedrà mai la luce.
Il Consiglio di Stato, infatti, ha dato ragione alle motivazioni dell’amministrazione sanzenonese, in prima linea nella difesa del territorio, indicando la sentenza come inappellabile.
SAN SENONE - Il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune di San Zenone, respingendo la richiesta delle ditte che proponevano un impianto di cogenerazione nell’area a confine tra Borso del Grappa e San Zenone.
Ora si può procedere con la promozione del Patto per la salvaguardia del territorio del Massiccio del Grappa. La notizia arriva direttamente dal Consiglio di Stato a cui quattro ditte proponenti un impianto di cogenerazione a biomasse si erano rivolte alla fine di ottobre perché fosse annullata la sospensiva concessa dal Tar del Veneto su richiesta dell’amministrazione comunale di San Zenone.
Ciò significa che l’impianto di biomasse da 13 milioni di Kwh che le 4 ditte avevano proposto fosse realizzato a sud del Comune di Borso, a pochi metri dal confine col territorio di San Zenone e l’Oasi naturalistica San Daniele e vicino al territorio di Mussolente (Vi), non vedrà mai la luce.
Il Consiglio di Stato, infatti, ha dato ragione alle motivazioni dell’amministrazione sanzenonese, in prima linea nella difesa del territorio, indicando la sentenza come inappellabile.
Diverse erano state le azioni dell’amministrazione di San Zenone a partire dal ricorso al Tar contro le ditte e contro il Comune di Borso del Grappa alla Provincia e alla Regione sottolineando il categorico rifiuto dell’impianto considerato a livello paesaggistico, ambientale e di inquinamento sul territorio e la popolazione di San Zenone.
Inoltre l’impianto, con la formula presentata in modo separato, sarebbe stato escluso dai controlli degli uffici competenti in materia di rumore ed emissioni in atmosfera che, secondo i calcoli, avrebbero violato i limiti di rumore producendo circa 71 decibel di emissione in atmosfera rispetto ai 35 decibel previsti durante la notte in paesaggio di campagna.
Sulla questione anche la Provincia di Treviso aveva richiesto la sospensiva che congelava l'avvio dei lavori per la realizzazione dell'impianto in quanto i 4 progetti di impianto sono ipotizzati in una zona che appartiene al corridoio ecologico predisposto dalla Provincia di Treviso attraverso il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Contestualmente il sindaco di San Zenone, Luigi Mazzaro, si era fatto promotore presso i 18 Comuni dell'Area del Grappa (Cavaso del Tomba, Maser, Monfumo, Pederobba, Cornuda, Possagno, Castelcucco, Fonte, Pove, Paderno, Crespano, Bassano, Romano, Asolo, Borso, Mussolente e San Zenone) di un Patto per la salvaguardia del territorio del Massiccio.
“La sentenza del Consiglio di Stato è la conferma che l’aver dato e dare priorità all’ambiente è una cosa estremamente sensata – commenta l’assessore all’ambiente Lino Pellizzari - .
Inoltre l’impianto, con la formula presentata in modo separato, sarebbe stato escluso dai controlli degli uffici competenti in materia di rumore ed emissioni in atmosfera che, secondo i calcoli, avrebbero violato i limiti di rumore producendo circa 71 decibel di emissione in atmosfera rispetto ai 35 decibel previsti durante la notte in paesaggio di campagna.
Sulla questione anche la Provincia di Treviso aveva richiesto la sospensiva che congelava l'avvio dei lavori per la realizzazione dell'impianto in quanto i 4 progetti di impianto sono ipotizzati in una zona che appartiene al corridoio ecologico predisposto dalla Provincia di Treviso attraverso il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Contestualmente il sindaco di San Zenone, Luigi Mazzaro, si era fatto promotore presso i 18 Comuni dell'Area del Grappa (Cavaso del Tomba, Maser, Monfumo, Pederobba, Cornuda, Possagno, Castelcucco, Fonte, Pove, Paderno, Crespano, Bassano, Romano, Asolo, Borso, Mussolente e San Zenone) di un Patto per la salvaguardia del territorio del Massiccio.
“La sentenza del Consiglio di Stato è la conferma che l’aver dato e dare priorità all’ambiente è una cosa estremamente sensata – commenta l’assessore all’ambiente Lino Pellizzari - .
Oltre ad aver evitato la realizzazione di questi impianti dannosi per il paesaggio, quello di San Zenone, di Borso e di tutta l’area, questo risultato ci convince della bontà dell’idea di diffondere il Patto per la salvaguardia del territorio presso i comuni vicini, obiettivo sul quale ci stiamo impegnando in questo periodo”. All’azione dell’amministrazione comunale si era affiancata anche quella del “Comitato No Biomasse nell’Oasi” che rifiuta la realizzazione degli impianti di cogenereazione proposti i quali avrebbero distato poche centinaia di metri dall'Oasi naturalistica San Daniele di Liedolo di San Zenone.
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