Volentieri pubblichiamo questa lettera di Hassen Bajwa, che giriamo come augurio di buon Natale a tutti gli amici di
Borso Viva.
"White Christmas"
Natale, un'espressione alla quale viene collegata la nascita di Gesù Cristo. Natale, un'espressione alla quale vengono collegati l'amore e la carità.
Natale è però un'espressione alla quale oggi deve essere collegata anche la persecuzione e la disperazione.
"White Christmas" dovrebbe essere il desiderio di una nevicata, di poter stare in una casa calda con la propria famiglia, di riflettere sulla propria religione e scambiarsi in pace regali e desideri.
Gesù, che con sua madre e Giuseppe dovettero cercare un rifugio. Gesù che riuscì a sfuggire a coloro che volevano la sua morte. Gesù ci insegna: "Ama il tuo prossimo come te stesso" e "tutto quello che avete fatto al più piccolo fra voi, l'avete fatto anche a me".
È evidente quanto queste esortazioni siano difficili da mettere in atto.
Gesù, un uomo, un profeta, un santo, un rivoluzionario, e per i cristiani l'incarnazione di Dio, colui che ci ama, che è pronto ad aiutarci nella nostra vita terrena e che sta accanto a noi in ogni bisogno, fino alla morte. Non si interessò forse degli schiavi, dei poveri, dei malati, dei “senza-diritti”, ovvero dei clandestini? Gesù, un uomo preoccupato per gli altri. Lui diede speranze. Lui offrì conforto.
"White Christmas" deve essere un Natale senza schiavi moderni che lavorano a cottimo nelle fabbriche italiane per stipendi stracciati.
"White Christmas" deve essere un Natale senza poveri e disoccupati.
"White Christmas" deve essere un Natale libero dai “senza-diritti”.
"White Christmas" deve essere un Natale senza clandestini e senza stranieri.
Se non così, non c'è dubbio: sarà un Natale senza Gesù, senza quel Dio cristiano che in prima persona fu costretto alla fuga e che infine venne "eliminato" quando diventò scomodo a chi allora deteneva il potere.
Dr. Yahya Hassen BajwaBaden / Schweiz